28.11.1968

Mina ha paura del buio

di Nello Cantaroni - L'Europeo


<STRONG>LA NOTIZIA</STRONG> - <strong>Mina non lascerà Canzonissima</strong>. La "vedette" della trasmissione abbinata alla lotteria di Capodanno ha smentito le voci che circolavano in proposito.

<STRONG>L'INTERVISTA</STRONG> - <I>Mina, non intende abbandonare Canzonissima?</I>

Non ci ho mai pensato. Posso aver avuto un momento di stanchezza: nient'altro.

<I>Che cos'è per lei la musica leggera?</I>

Il mio lavoro; che qualche volta mi entusiasma.

<I>Lei è giovane, ma non più giovanissima: che differenza c'è tra i giovanissimi d'oggi e i giovanissimi della sua generazione?</I>

Presi in massa, i giovani d'oggi, fanno paura. Spaventa la loro insolenza, la loro aggresività. Presi uno per uno sono invece il contrario di quel che sembrano. Sono quelli che noi eravamo.

<I>Lei interpreta una canzone che parla di una donna che dorme alla luce di una lampada perché ha paura del buio. E' un'invenzione dell'autore o una sua paura reale?</I>

E' vero anche per me. Ho paura del buio.

<I>Se incontrasse la ragazzina di Cremona, la Mina di dieci ani fa, quella che esordì con il nome di Baby Gate, avrebbe qualche consiglio da darle?</I>

Un nome strano, vero? No, nessun consiglio. Perché tutto sommato rifarei le stesse cose. Quando si entra in un certo ingranaggio, quando per vocazione o per caso si imbocca una strada, si è spinti poi, dolcemente, ma irrimediabilmente, a percorrerla fino in fondo. E allora non si tratta più di volere o di non volere. Si va avanti...

<I>Un uomo, una donna e un bambino che sorridono felici e non chiedono altro alla vita, che reazioni le suggeriscono?</I>

Mi viene voglia di urlare, di dire parolacce. Perché è forse la sola felicità che invidio.

<I>Lei ride, canta, balla, ma a volte si ha l'impressione che Mina sia una donna triste.</I>

Molti cantanti recitano. Quando canto io m'incanto (si dice così?). E' come se uno guardasse fisso davanti a sé senza vedere, mentre nella sua mente, come in un film, passano immagini che hanno la pesantezza delle cose reali e i contorni del sogno.

<I>Sente molto il peso della slitudine?</I>

Le dirò che amo Pavese. Pavese diceva che non si è mai soli. Alla peggio c'è sempre il bambino o la bambina che siamo stati a tenerci compagnia.

<I>Che cosa ricorda di quella bambina?</I>

Tutto. Un'infanzia splendida con i colori della primavera e della felicità. Dicono che ho le spalle larghe. E' vero. Ma le mie spalle si sono formate in quegli anni. Ho avuto dei genitori giusti, degli amici giusti. Sono cresciuta in una provincia autentica, Cremona, dove l'amicizia è un sentimento vero e stimolante.

<I>E se un giorno i riflettori si spegnessero e lei si trovasse di fronte a una platea vuota?</I>

Niente. E' già successo quando cantai a Sanremo tanti anni fa. Non cambiò niente. Nessuno shock. Quella del successo è un'esperienza che si vive a due: il personaggio e il pubblico. Se uno dei due manca si rompe un equilibrio ma non accade nulla di tragico. Farei altre cose ugualmente interessanti.

Nello Cantaroni



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