26.10.1988
"Ridi pagliaccio" con la Mazzini
di Alessandro Marroni - Giornale di Sicilia
ROMA - La tigre graffia ancora, eccome. Puntuale, impeccabile, Mina torna a proporsi come la più grande cantante italiana del dopoguerra, pubblicando un nuovo 33 giri. Lalbum, doppio, si intitola ?Ridi pagliaccio? e, come accade ormai da anni con la cantante di Cremona, comprende due dischi di cui uno composto di brani già noti e riproposti come solo Mina sa fare e un altro che invece comprende canzoni nuove, scritte in gran parte dal figlio della cantante, Massimiliano Pani. Sono ormai più di dieci anni che Mina non appare più in pubblico e addirittura quattordici che non compare in televisione. La 48enne ?tigre di Cremona? se ne sta tranquilla nel suo ?eremo? in quel di Lugano, protetta dall?affetto del figlio, del nipotino e del suo attuale compagno Eugenio Quaini. Mangia molto (è ormai nota la sua notevole stazza, dovuta ad un ingrassamento rapido e massiccio), fuma e gioca a carte, si diverte a fare la nonna e una volta all?anno si chiude in sala d?incisione per registrare quello che ormai è diventato un appuntamento annuale fisso, ossia un nuovo doppio Lp. Nonostante questa sua riluttanza a farsi vedere, Mina è sempre nel cuore degli italiani. Del resto è unanimemente riconosciuta come la più rade cantante del nostro paese e la sua voce è sempre straordinaria, impeccabile, capace di svariare da un genere musicale ad un altro con la semplicità che contraddistingue i ?grandi?. Tornando a ?Ridi pagliaccio?, come abbiamo già detto, l?album si divide in due parti. Il primo disco, contenente brani già noti, si apre con un pezzo di Enrico Ruggeri, ?Il portiere di notte?, e prosegue con altre dieci canzoni tra cui ?Canzoni stonate? di Gianni Morandi, ?Into the groove? in cui Mina dà una lezione di canto a Madonna, prima interprete del pezzo, ?I left my heart in San Francisco? e quindi un noto brano dei Pooh, ?Noi due nel mondo e nell?anima?. Il figlio della cantante, Massimiliano Pani, e Franco Serafini hanno curato gli arrangiamenti di queste canzoni in maniera eccellente, dando un?impronta decisamente ?soft? e dalle venature ?fusion? al prodotto. Il secondo disco, composto di pezzi espressamente scritti per uest?album, si apre addirittura con una breve citazione di ?Ridi pagliaccio? di Ruggiero Leoncavallo, seguita da un rif di chitarra elettrica dai toni vagamente ?heavy?. Ma la presenza del suono graffiante della chitarra non deve trarre in inganno: le sonorità di questo secondo disco sono infatti decisamente jazz ed è la fusion a fare la parte del leone. Un altro segno della presenza del giovane Pani, autore di cinque dei dieci brani che costituiscono questa seconda parte dell?album, e arrangiatore invece di tutti i pezzi. Molto bella è ?L?ultimo gesto di un clown?, così come ?Cuore amore cuore?, firmata da Pani e da Paolo Limiti, uno degli autori più affezionati e più ?fedeli? a Mina. Certo, le canzoni farebbero un effetto ben diverso se non ci fosse Mina a cantarle: la sua voce è unica, eccezionale, e non conosce la parola ?declino?.
Alessandro Marroni