Adriano potrebbe avere indifferentemente
dieci mesi, diciassette oppure centocinquantanni. Non ha praticamente
niente della sua età anagrafica. Per quanto riguarda la sua sopravvivenza
fisica si affida completamente: si lascia mettere il cappellino ben calcato,
si abbandona a chi gli chiude bene il collo del cappottino perché non
prenda freddo. Se non ci fosse chi gli mette in mano un biberon, qualcosa
da mangiare, morirebbe di denutrizione, perché lui non sente la fame,
non ci pensa. Se ne ricorda magari quando comincia ad accorgersi che sta per
svenire.
Non porta lorologio,
ma credo che se anche lo portasse continuerebbe ad arrivare in ritardo a tutti
gli appuntamenti: di unora, due ore, tre ore oppure non arrivare per
niente. Ma questo non lo fa volontariamente, no. Lui pensa ... Probabilmente
sempre ad altro. E così, tornando da Roma a Milano in treno, si domanda
per tutto il viaggio: "Ma cosa diavolo mi sono dimenticato?". E
soltanto alla stazione di Milano gli viene in mente che era la macchina. Lautomobile
con la quale era andato a Roma. Quella aveva dimenticato.
Lui pensa ... E si
distrae, anzi si astrae completamente dalla realtà. E anche quando
ti dice: "Ma va!", dopo un tuo racconto che magari ti sembrava
interessante, tu capisci chiaramente che non ti ha seguito affatto. Lui pensa
... Poi però, se proprio lo ritiene indispensabile, è in grado
di rimettere insieme i suoni del racconto che gli hai fatto e, per quellistinto
formidabile che ha nel suo patrimonio di animale superiore, riesce a ricomporre
il senso e a farti credere che lui non poteva stare più attento di
così a quello che dicevi.
Lui pensa ... E ogni
tanto sembra come scuotersi dalla netta delimitazione, dal gorgo dei suoi
"contenuti mentali". Si guarda intorno come chi è appena
tornato da un lungo viaggio nel futuro o nel passato e ti esplode addosso
la sua esagerata, enorme, torrenziale, travolgente, pazzesca simpatia.
Parla volentieri di
sé e racconta grandi o piccoli aneddoti popolati da piccoli o grandi
personaggi con una lucidità di esposizione tale che sembra di leggere
una bella sceneggiatura. E quando prende in mano una chitarra e canta uno
dei nostri adorati rock della prima ora, ha la capacità di metterti
al centro di un periodo storico-musicale che tu magari non hai conosciuto
e di farti capire il profondo significato di quel fenomeno di costume che
ha cambiato la musica, e non soltanto quella. Lì non pensa. Lì
finalmente torna dai suoi viottoli, dalle sue scorciatoie o allungatoie mentali
e agisce. Ed è un vero godimento ascoltarlo e guardarlo muoversi con
quella strana "danda", con quello strano equilibrismo da precipizio.
No, Adriano non può
avere più di ventanni.
Grande molleggiato, ti voglio
bene.